mercoledì 24 febbraio 2016

Arte e libertà - Serenella Gatti Linares

“Libertà” non è una parola che si possa usare solo per la Musica. Passa da un ambito all’altro dell’Arte, perché in essa tutto è collegato, senza limiti e barriere. “Libertà” ha la stessa radice di “liber”, libro. Solo tramite la Cultura può cambiare la mentalità. Da qui il ruolo centrale della scuola, dove si impara lo spirito critico. Ma se alla scuola vengono tolti i finanziamenti e gli insegnanti non possono usare le capacità critiche, come possono insegnarle ad altri?
“E come potevamo noi cantare/ con il piede straniero sopra il cuore”, scriveva Salvatore Quasimodo nella poesia, secondo me, insuperabile contro la censura:”Alle fronde dei salici”. E Paul Eluard cantava in “Libertà”: “Io scrivo il tuo nome/ E per la forza di una parola/ Io ricomincio la mia vita/ Sono nato per conoscerti”. Desidero fare solo qualche recentissimo esempio emblematico. In Afghanistan è illegale lavorare come cantante solista senza il permesso del governo. Sonita Alizadeh è una rapper che è riuscita a registrare segretamente le sue canzoni contro la violenza sulle donne, le spose bambine e il lavoro minorile. Cose che non potrebbe neanche nominare, figuriamoci denunciare. Al poeta palestinese Ashraf Fayadh è stata inflitta in Arabia Saudita la condanna a ottocento frustate e otto anni di prigione, ma in prima istanza era stato condannato a morte per “reato di poesia”. Le frustate saranno date in sedici occasioni diverse e il poeta dovrà dichiarare pubblicamente di essere pentito dei suoi scritti blasfemi. Le giornaliste curde di Jinha News sono state arrestate e bloccate nel loro lavoro. In Tunisia è stato appena firmato un appello contro la disinformazione e la manipolazione delle notizie nel paese. Mi fermo qui per un eccesso di orrore e nausea. Secondo me, la vita dovrebbe essere una continua ricerca della felicità.
 La Musica contribuisce alla libertà, perché è linguaggio universale di pace, e non può esprimersi senza di essa. Ma ancor prima il vocabolo “libertà” si collega, a mio parere, al Movimento di Liberazione della Donna, la più grande rivoluzione sociale del Novecento. Non ci sarà autentica libertà nel mondo, finché non esisterà assoluta parità fra uomo e donna. E non alludo solo alle norme giuridiche, ma anche a quelle sociali sotterranee, riguardanti, ad esempio, i concetti di Spazio e di Tempo. Oggi si assiste addirittura ad un ritorno all’indietro. Basti pensare alle immagini stereotipate dei mass-media o all’odioso femminicidio. Come può esserci libertà totale di censure nella Musica e nelle altre Arti se più della metà del genere umano vive ancora in parte sottomessa?

Ho notato che, ad esempio, esiste del razzismo nei confronti delle “Ragazze del Rock”, che non vengono trattate paritariamente dai colleghi maschi e dal mercato discografico. Per quanto riguarda la Letteratura, nella Storia gli scrittori sono sempre stati osteggiati, torturati, uccisi, in alcuni regimi totalitari, perché considerati sovversivi. Nel mondo editoriale italiano d’oggi si assiste a ciò che accade anche in campo musicale: viene pubblicato soprattutto ciò che è commerciale. Nelle Antologie scolastiche è ancora sparuto il numero delle scrittrici donne rispetto a quello degli uomini. Per quanto riguarda le nuove tecnologie, continuo a stupirmi di fronte alle loro infinite possibilità. Usate in particolare dai giovani, sono fondamentali per diffondere le notizie, per difendere la pace e per lottare contro le censure in ogni campo. 
Come ha dimostrato Amnesty International, esiste un peggioramento generale dei diritti delle persone nel mondo. Secondo Reporter Senza Frontiere, l’Italia è precipitata nella classifica mondiale sulla libertà d’informazione. La situazione è molto peggiorata per i giornalisti, con attacchi fisici e morali da parte di politici corrotti, mafie e organizzazioni criminali. Mentre l’articolo 21 della nostra Costituzione parla di libertà di stampa, attualmente infangata. Basta guardarsi intorno per notare un progressivo imbarbarimento della nostra società. Nonostante ciò, lo scrittore, l’artista non può che continuare a scrivere, a creare, con passione, superati i momenti di scoramento. E unirsi in condivisione con coloro che la pensano allo stesso modo. Le parole e la Musica servono anche per combattere la guerra, a patto che siano del tutto libere.

SERENELLA GATTI LINARES

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