mercoledì 22 febbraio 2017

La censura e le artiste donne - Bruno Brunini

La scorsa primavera l’artista messicana Teresa Margolles ha realizzato per la Biennale Donna di Ferrara un grande affresco composto con le fotografie dei cartelli usati dalle famiglie in Messico, per cercare le proprie ragazze che scompaiono e non vengono più ritrovate oppure vengono rinvenute morte.  “Succede perché c’è un grandissimo disprezzo delle donne - ha detto Teresa -, i cartelli sono affissi da così tanto tempo che hanno assunto questo aspetto usurato e le persone sono così abituate a vederli che ci scrivono e disegnano sopra. Queste immagini diventano così il segno dell’ulteriore sparizione delle ragazze: il tempo e le persone le hanno dimenticate”.
Con  le sue opere Teresa Margolles, insieme ad altre artiste, è dunque riuscita a bucare il silenzio, emblema dell’indifferenza, della censura, della violenza, e a farsi conoscere e apprezzare grazie anche all’attenzione di determinati circuiti culturali, dimostrando come l’arte possa essere un importante strumento di conoscenza, in grado di superare pregiudizi e barriere geografiche, sociali e culturali.
Ma la voce della Margolles è un raggio di luce nell’oscurità. La maggioranza delle donne che in ogni parte del mondo utilizzano linguaggi espressivi diversi, per dare forma alle proprie capacità, e che spesso sono accomunate dalla stessa vocazione artistica di cogliere le ragioni dei più deboli denunciando contraddizioni, violenze e corruzioni, se vogliono continuare  il proprio lavoro devono affrontare censure, estromissioni, intimidazioni e in alcuni Paesi perfino il carcere o l’esilio.
Anche in Italia, da sempre e in forme diverse,esiste  il problema della censura, che in alcuni casi è più velata e nascosta in altri è più evidente. 
Un esempio emblematico a questo proposito è il saggio di Daniela Domenici: Note di donne. Musiciste italiane dal 1542 al 1883, che raccoglie la biografia di numerose compositrici di talento della nostra storia musicale che hanno lasciato un segno importante nell’evoluzione della musica, puntualmente ignorate dagli studi ufficiali e dalla memoria collettiva.
Ma l’elenco delle vittime della censura non si ferma al passato. Sebbene nella nostra contemporaneità esiste una variegata dimensione underground di cultura femminile che in parte riesce ad emergere attraverso internet o eventi marginali, tante sono le artiste che pur offrendo inedite modalità di lettura della realtà vengono sistematicamente escluse dalle istituzioni culturali, dalle discussioni pubbliche e mediatiche e spesso dagli stessi artisti o dai vari gruppi e consorterie che a differenti livelli difendono, in questo modo, una loro posizione di potere sulla scena pubblica.
Anche il MFD di quest’anno, dedicato alle donne artiste censurate, rappresenta perciò un’ occasione importante per riflettere su quanto ci sia ancora da fare, per andare oltre i confini della censura e promuovere in ogni ambito artistico ulteriori iniziative e percorsi di ricerca e divulgazione della creatività, e in particolare di quella femminile. Tutti possiamo impegnarci per farlo.
Riportare alla luce le esperienze di chi offre uno sguardo diverso sulle cose, significa non solo svelare gli orrori che quotidianamente si consumano in ogni angolo del mondo, in cui vengono calpestati i più basilari diritti umani, ma significa anche sostenere il dialogo, la conoscenza, lo scambio di esperienze, contro ogni forma di omologazione e appiattimento del pensiero.

BRUNO BRUNINI
Poeta

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.