In marzo presenterò le raccolte “Soror – o della
libertà delle donne”, “Soror – o dell’essere niente”,
“Soror – o la lingua svelata” all’incontro che Vittoria
Ravagli organizza a Sasso Marconi sulla sorellanza. Mentre le
rispondevo, dentro l’email, l’altro giorno mi è uscita questa
Noncupatio, un termine che - più che testamento - significa
espressione delle volontà. Una parla se c’è chi la ascolta. Al
tempo stesso cercavo di capire come potevo essere ubiquamente anche
al MFD sulla censura cui mi invitava Serenella, Serenella Gatti. E di
censura parlano certamente sia le raccolte che questa Noncupatio,
nata a cavallo dei desideri di queste mie sorelle, fatta in rima per
essere cantata. Quindi vi sarò grata, care sorelle tutte, se la
suonerete, la canterete, la metterete in rete e me la segnalerete.
Un
caro abbraccio, Antonella Barina
SOROR -
NONCUPATIO
in fondo al
setaccio
Sono le donne
che
non mi tengono
al laccio
Soror son le
sorelle
che hanno
memoria
Quelle con le
quali
abbiam
cambiato la storia
Soror è il
rispetto
della mia
genealogia
E nessuna me
la spieghi
vi prego, per
cortesia
Soror vuol
dire che
se la chiami
lei viene
Soror non
risponde
solo perché
conviene
Soror mi
sussurra
che tra un po’
partiamo
Voglio essere
sicura
di quello che
lasciamo
Voglio che sia
chiaro
che non ho
paura
della guerra
che ci fate
né della
notte oscura
Ho usato le
parole
come fiori e
spade
Le picche ed i
denari
li lascio a
chi ci cade
Quello che son
stata
non è solo
libertà
Prigioni di
parole
uccidono l’
identità
Ho usato i
simboli
come tappeti
volanti
perché
potessero
volare tutti
quanti
Dentro di me
una volpe
li ha sempre
annusati
quelli che
volevano
pensieri
imbavagliati
Mi han ferita
e derubata
fin dentro
casa mia
Ma quello che
hanno preso
volevo darlo
via
Sì, i
tradimenti
mi han
spezzato il cuore
ma il mio
segreto è
trasmutare il
dolore
Ho l’anima
piena
di nuvole di
panna
E il mio animo
è forte e non
si danna
Loro vedono
una vecchia
io sono una
bambina
Sempre stata
guerriera
Sono com’ero
prima
Soror è tante
cose
Soror è
l’anima antica
Chiamala come
vuoi
madre sorella
amica
Il gioco di
specchi
che ci doveva
incatenare
è un
arcobaleno
che sappiamo
cavalcare
Aspetto il mio
cavallo
il drago il
lupo il cane
Con l’aquila
vicino
io torno al
mio reame
Antonella
Barina (Loba), 4 febbraio 2017
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