venerdì 3 marzo 2017

CENSURE, deriva confine limite censura autocensura dormitorio infinito - Antonietta Laterza

Vorrei parlare di autocensura. La coscienza censura l’inconscio, ne seleziona il contenuto e la forma. 
Noi siamo oggetto di censura primariamente nei confronti di noi stessi. E di una forma di censura c’è bisogno, ma di quella basata sul silenzio della rabbia, dell’odio verso gli altri, dell’invidia, della gelosia.
Questi sentimenti vanno censurati ma non negati e/o soppressi a priori.
Le censure politiche sono una manifestazione esterna della belva che è in noi quando si scatena affamata contro la prima preda a disposizione. 
E’ affamata quella belva, è impaurita, è ignorante! Ignora altri modi di essere, di convivenza, di comunicazione. 
Non ci sono scorciatoie, occorre guardarsi con sincerità, senza proiezioni di un immaginario sociale che costruiamo per nasconderci. Un chiosco tibetano, uno sdraio a Riccione, un posto riservato ai bambini.
E’ lì che dobbiamo cercare


Vostra affezionatissima, Antonietta Laterza

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